Coronavirus: la reazione del settore alimentare
L’arrivo del nuovo Coronavirus in Italia sta suscitando molta preoccupazione nella popolazione, per questo anche il settore alimentare non può rimanere fuori dai giochi in questa complessa situazione.
Per definire un piano d’azione è già intervenuta la ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova , la quale citando testualmente si dichiara “consapevole della delicatezza del momento e anche dello stato di ansia e legittima preoccupazione che attraversa il Paese e in particolar modo alcuni territori”. Continua confermando l’impegno attivo del Governo nel tutelare la salute dei cittadini ma anche e soprattutto nel salvaguardare il nostro sistema economico e produttivo che, correndo rischi di non sottile rilevanza, ha bisogno di un piano d’azione per ridurre le conseguenze negative al minimo.
Affiancate alle rassicurazioni degli enti competenti rimangono però le preoccupazioni dei consumatori, i quali negli ultimi giorni hanno preso d’assalto ogni tipo di supermercato per fare incetta di provviste, specialmente nel Nord Italia, ad oggi la zona più interessata per la diffusione dell’agente virale. Dall’altro lato quindi troviamo il mondo della Grande Distribuzione Organizzata alle prese con il fronteggiare gli approvvigionamenti adeguati a soddisfare tutta la clientela. Tutti i maggiori colossi coinvolti nell’attività di commercializzazione di generi alimentari rassicurano che, nonostante l’ingente crescita sulle vendite delle ultime settimane, hanno potenziato i rifornimenti, che non mancano e di cui appunto non siamo carenti, per provvedere alla forte domanda.
In questi giorni ci sono stati anche poderosi aumenti sulle vendite online, principalmente di generi alimentari a lunga conservazione, con purtroppo anche qualche caso di sciacallaggio specialmente sui prodotti igienizzanti. Coinvolti nel circuito e-commerce tutti i principali distributori di generi alimentari compreso Amazon, il quale ha dovuto rallentare il suo servizio di consegne veloci a causa sia delle numerose richieste, sia della riduzione del personale residente nelle zone a rischio: ciascuno di loro è stato lasciato a casa causa l’adeguamento ai provvedimenti presi dal Governo atti a diminuire quanto più possibile il contagio.
Un’altra curiosa considerazione può esser fatta sulle preferenze dei consumatori in questa situazione delicata: sebbene molti scaffali siano stati presto svuotati delle merci esposte, le quantità di alcuni formati di pasta, per fare un esempio, sono rimasti invariati. Da queste abitudini e preferenze degli acquirenti le aziende potrebbero già trarre segnali su quali produzioni potenziare rispetto ad altre.
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